Digital storytelling: in viaggio con l'eroe
Sulla strada tra Santiago de Compostela e Muxia (Spagna)
Le buone storie si fanno ricordare. Sempre.
Oggi più di ieri.
In epoca Covid-19, l'esigenza di raccontare e raccontarsi è amplificata dall'isolamento, perché le uniche vere porte verso l'esterno sono il mondo del web e dei social.
L'arte del digital content vive una primavera dell'espressione, viaggiando impavido su canali liberi dalle catene della quarantena e con un vantaggio competitivo unico: tutti, ma proprio tutti, siamo stati chiamati all'avventura, ad abbandonare il confortevole ordinario per tuffarci di testa in uno straordinario fatto di prove e strade incerte.
Uno straordinario che ha stimolato, dicevo, il desiderio (e a volte la necessità) di intrecciare nuovi fili narrativi online, muovendosi sul terreno di nuovi paradigmi comunicativi, spesso però attingendo a codici consolidati.
E, in questo scenario, ho captato forte e chiaro il segnale di quanto sia potente il modello narrativo del Viaggio dell'Eroe (o hero journey) per il digital storytelling.
Nel 1973 Joseph Campbell, psicologo statunitense ed esperto di mitologia, confronta leggende, miti e racconti di tutto il mondo e scopre l'esistenza di un monomito, una trama universale comune a tutte le narrazioni.
Ampliando la teoria degli archetipi di Jung (della quale ho parlato in ARCHETIPI E SCRITTURA: COSÌ MI FAI EMOZIONARE! >>), identifica una sorta di mappa narrativa, sviluppata poi dallo sceneggiatore Christopher Vogler, in grado di trasformare una semplice storia in una storia che funziona. Che sia la quotidianità personale amplificata sui social, il lancio di un prodotto, la presentazione di un servizio o il posizionamento di una marca.
Qualunque essa sia.
Il Viaggio dell'Eroe si basa su un protagonista che - a mollo nel suo ordinario - viene messo in discussione, ribaltato da un conflitto che invita ad affrontare un viaggio in 12 tappe dal quale tornerà trasformato, tra pericoli e prove, dubbi e debolezze, aiutanti e mentori, fino alla vera metamorfosi.
Perché funziona il Viaggio dell'Eroe?
Beh, perché quelle che funzionano (anche e soprattutto online) sono le storie di cambiamento, dove il pubblico si identifica in un prima e in un dopo che non sarà mai più come prima. Sono quelle che creano empatia, ispirano l'azione e magari insegnano qualcosa.
Le 12 tappe del Viaggio dell'Eroe sono ben sintetizzate in questo schema...
Fonte: Screen Log / CC BY-SA
Per chi volesse approfondirle tutte, suggerisco di leggere qui >>
Ma attenzione.
Il Viaggio dell'Eroe non deve essere uno schema rigido. È piuttosto una guida che lascia liberi di svoltare qualunque angolo l'immaginazione suggerisca.
Senza mai dimenticare che raccontare è tecnica che si fa lusingare dalla magia.
Commenti
Posta un commento
Grazie per il tuo commento!