Come nascono le idee? Persone, luoghi, storie… e connessioni invisibili
Se ci pensate, la domanda è bella tosta…
Come nascono le idee?
Ve lo siete mai chiesto?
Non so voi, ma io spesso tendo a rispondere più "dove" che "come".
In auto, in bagno, durante una conversazione, a letto prima di dormire, ... Ed è sicuramente così per molti. Sei lì, alle prese con la tua vita, e boom! Arriva l’idea che cercavi nella tua mente da tempo, la soluzione giusta a un problema, il bandolo della matassa che non trovavi, la parola perfetta, il colore perfetto, la persona perfetta per questo o per quell’altro.
Gli antichi (in particolare Archimede) dicevano «Eureka!» per indicare e celebrare qualcosa di inatteso, una scoperta appena avvenuta o un'invenzione. Ma un’idea non è una lampadina che si accende improvvisamente. È piuttosto qualcosa che nasce da un terreno predisposto a quel risultato.
Il meccanismo è piuttosto semplice: i sensi percepiscono, la mente elabora e, tramite il meccanismo dell’associazione di pensieri elementari, nascono le idee complesse.
Avevo già in parte affrontato questo argomento nel post ESPLORATORI DI IDEE ANOMALE E ALTRI PENSIERI... AGILI, soffermandomi sull’importanza dell'avere menti agili per sviluppare la creatività.
Non a caso, pare che le persone creative siano tali proprio perché tendono più facilmente a pensare per immagini e ad associare tra loro concetti opposti, normalmente tenuti separati, per creare nuove combinazioni, senza essere turbati dalla loro incongruenza.
Ecco dunque che, per avere idee creative, è necessario mettere in connessione cose che all'apparenza non hanno nulla in comune.
Sono le così dette connessioni invisibili.
Quei fili sottilissimi che, mettendo da parte per un attimo la razionalità spinta, bisogna saper tracciare per legare tra loro immagini diverse, riconducibili a pensieri, concetti, storie.
Pensare per immagini e collegarle tra loro in modo inedito sarebbe dunque la risposta alla domanda iniziale.
Un processo che nasce sì nel cervello, ma che coinvolge tutto il nostro essere, cognitivo, esperienziale ed emotivo.
Per questo - come scrivevo già nel post IMMAGINAZIONE, INTUIZIONI E INQUADRATURE: MI RACCONTI UNA STORIA? - dobbiamo imparare ad addestrare l’immaginazione e a conoscere noi stessi: le idee migliori sono proprio quelle immagini che ogni giorno vediamo e che, a un certo punto, colleghiamo in modo nuovo e... boom! Si materializzano nella realtà.
Il potere dell’immaginazione è dunque fortissimo.
E poi, come dicevo all'inizio, esistono anche i luoghi delle idee, quelli che le aiutano a nascere... prendete ad esempio la mia cucina.
Quante ne ha viste... risate, lacrime, bugie, rivelazioni, gioie immense, dolori profondi, novità, addii, ebbrezza, amarezza, piatti in solitaria, andirivieni, cene a tema, filosofia, barzellette, ...
Una specie di bolla dove ogni sera ci si rifugia, dove ci si lascia andare a conversazioni fino a tarda ora, dove sono nati progetti e storie.
E, a ben pensarci, anche il mio nuovo romanzo Destini interrotti è un po' nato qui, dove mille mila connessioni invisibili si sono intrecciate.
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