Mind the map please! Ovvero attenzione a non dimenticare le mappe mentali
Se dovessi dire chi è il miglior amico di un copy, non avrei molti dubbi: le mappe mentali!
Che sia alle prese con naming, headline, pay-off, campagne pubblicitarie, la prima cosa che faccio è prendere un foglio A3 e circondarmi di matite e pennarelli (avevo già accennato qualcosa sull'argomento nel post "Scrivere: quali strumenti per un copywriter?").
E' qui che nascerà la mia mappa mentale, fondamentale per far girare le idee, elaborare soluzioni e dare un senso creativo alle parole.
Le mappe mentali nascono negli anni '70, quando lo psicologo inglese Tony Buzan inizia a impiegarle come tecnica per prendere appunti credendo nei vantaggi della rappresentazione grafica del pensiero.
In pratica, è più facile stimolare le idee attraverso le associazioni mentali in libertà, partendo dall'argomento generale per poi diramarlo in concetti e sottoconcetti. Il tema principale sta al centro e, tutt'intorno, si collocano dettagli, parole, immagini collegate con frecce e colori.
Le mappe mentali permettono alla parte logica e analitica del nostro cervello, il lobo sinistro, di incontrare quella creativa e intuitiva del lobo destro.
Mind the map please!
Ottimo consiglio!
RispondiEliminaIl mio problema quando uso questa tecnica è che non so mai quale sia davvero il concetto che sta al centro. Comincio a scrivere qualche sottoconcetto e trovo sempre qualche idea che prende il sopravvento, per cui ricomincio mettendo quella al centro. E così via. Nel mio caso, quindi, mind the focus, please!